Le donne sono creature meravigliose. Quasi tutti i grandi filosofi, scrittori, artisti, psicologi, sociologi, hanno scritto aforismi sull’essere donna. Alcuni edificanti, altri spiritosi e pungenti, altri ancora un po’ cattivelli! Per non parlare degli innumerevoli libri scritti sulla differenza tra l’atteggiamento femminile e quello maschile. Insomma siamo un argomento complesso per cui ognuno vuole dire la sua!
“Nel bene e nel male, purché se ne parli” diceva Oscar Wilde!
Ho riflettuto su 10 tipici atteggiamenti femminili, sui quali sto lavorando anch’io, che possono minare il nostro savoir-faire nel lavoro e nelle relazioni, i quali contribuiscono in maniera sostanziale al nostro percepito di immagine, insieme all’aspetto esteriore.
Raccontare la propria vita
Siamo al bar, in un appuntamento con una persona che abbiamo appena conosciuto per lavoro o per altri motivi. Tempo 10 minuti che arrivi il caffè e già stiamo scorrendo le foto sul cellulare di nostro figlio o del gatto da mostrare, nella migliore delle ipotesi, perché nella peggiore stiamo già lamentandoci di quanto è insensibile il nostro ex-marito o fidanzato. Mostrare foto personali, così come raccontare i particolari della propria situazione familiare, sono gesti “intimi”. Prima di arrivare ad esporci incondizionatamente a degli sconosciuti o in ufficio dovremmo morderci la lingua, e aspettare quel momento in cui (forse) sarà il nostro interlocutore o interlocutrice a dirci “mi piacerebbe vedere una foto della tua bimba!”. Aspettare una richiesta, e soddisfare una curiosità che inneschiamo in una persona, paga sempre di più che assecondare l’incontenibile smania di parlare dei fatti propri.
Esporre gli effetti personali
Abbiamo finalmente trovato il lavoro della nostra vita. Ci assegnano il nostro nuovo ufficio e noi cosa facciamo? Lo tappezziamo di foto dei figli, del marito, dell’amica del cuore, della bomboniera del matrimonio, del peluche preferito del gatto, oltre ad un quantitativo indefinito di ninnoli apotropaici. Al secondo giorno di lavoro il vostro capo conosce già metà della vostra vita, e la signora delle pulizie vi odia perché per pulire la vostra scrivania e ricomporla ci mette 2 ore. La nostra postazione di lavoro non è il salotto di casa. Esporre i nostri effetti personali creando una specie di altarino potrebbe farci percepire come delle adolescenti in gita scolastica!
Fare domande indiscrete
Figli, marito, amante, matrimonio, singletudine, età, peso corporeo e taglia sono argomenti pericolosamente scivolosi. Se qualcuno vuole rivelarci qualcosa di così privato stiamo sicure che lo farà di sua spontanea volontà. La curiosità è femmina certo, ma la morbosità di sapere i fatti privati degli altri è una caduta di stile dalla quale non ci si rialza più. Soprattutto se una persona l’abbiamo appena conosciuta o è un collega di lavoro, e non un amico storico.
Mettersi in competizione
Se c’è una cosa deleteria per l’immagine di una donna è mettersi in competizione con altre donne. Denota immediatamente una forte insicurezza e la brutta notizia è che le persone hanno radar potentissimi per rilevarla e “registrarla” anche solo dal linguaggio non verbale, e anche se cerchiamo di nasconderla con del finto buonismo. Impieghiamo l’energia competitiva nel cercare di capire come, a modo nostro, possiamo raggiungere gli stessi risultati di coloro che invidiamo, se quello è il problema.
Sproloquiare
Perché un uomo per dire una cosa ci mette 10 secondi mentre una donna per dire la stessa cosa ce ne mette 100? Noi donne adoriamo chiacchierare e non c’è cosa più bella e rilassante, soprattutto ad un aperitivo dopo il lavoro, o ad un brunch la domenica. Fin qui tutto bene. E’ che a volte non riusciamo più a trattenerlo questo fiume di parole, anche in situazioni in cui lo sproloquio può essere controproducente. Se parliamo con un uomo poi (che sia il capo, un nuovo spasimante, o un potenziale cliente) il registro comunicativo va adattato al loro, viceversa le incomprensioni impediranno la comunicazione, di base già molto diversa. Peraltro riuscire a creare un certo alone di mistero (parlando molto meno!) in qualsiasi situazione, è un’arte sopraffina che non può che tornare a favore di una donna. La logorrea del resto è l’atteggiamento meno sexy sulla faccia della terra.
Fingere sensibilità
Da una donna ci si aspetta una certa sensibilità, calore umano, accoglienza ed empatia. Sono tutte caratteristiche apprezzabili queste, che noi sentiamo a pelle e nello stomaco. Per questo motivo quando sono finte risultano stucchevoli e fastidiose. Siate come siete. Aiuta, ma non è obbligatorio, sembrare forzatamente amorevoli quanto la nostra nonna. In una donna a me piace apprezzare anche altre qualità come la schiettezza, una moderata affettazione e la coerenza, ad esempio.
Essere uomo-dipendenti
Non c’è cosa più fastidiosa per un uomo che percepire nella propria compagna l’assoluta e devota dipendenza. E non c’è cosa più controproducente per l’immagine di una donna farsi percepire incondizionatamente “giostrata” da un uomo. Ci sono situazioni particolari, di cui non voglio entrare nel merito perché non spetta a me giudicarle, per cui una donna si può trovare in questa impasse, ma di contro ci sono tanti modi per non perdere completamente il controllo della propria vita e regalarsi dei momenti di individualità e autonomia.
Far dipendere l’autostima dall’aspetto esteriore e dall’età
Se non avessimo la brutta abitudine di spiattellare a chiunque e per prime quello che non ci piace della nostra immagine, le persone che abbiamo davanti (soprattutto gli uomini) non se ne accorgerebbero nemmeno! Sento pronunciare cose inenarrabili e cattivissime su di sé dalle donne. Alle persone che abbiamo davanti non interessa della nostra cellulite, dell’alluce valgo o del brufolo che spunta sulla fronte quando mangiamo junk food, anzi, le annoia proprio! Sentire donne che parlano delle loro caratteristiche fisiche (in chiave difetto), è un cliché abbastanza noioso. Così come parlare della nostra età come fosse una malattia. Rendiamoci piacevoli e curate con le caratteristiche di cui la natura ci ha dotato e troviamo argomenti più brillanti di cui parlare. Perché alla fine sarà come facciamo sentire una persona che la conquisterà, e non un corpo senza difetti o l’avere meno di 25 anni.
Puntare tutto sull’esteriorità
All’opposto di far dipendere la propria autostima dall’aspetto esteriore, ci sono donne che usano la propria straordinaria ed evidente bellezza come argomento principale di qualsiasi situazione. La bellezza è un valore positivo, ispirante e appagante. Anche vanità ed egoismo quando dosati bene sono positivi. Tutti siamo giustamente affascinati e attratti dalla bellezza e perfezione di una donna, così come di un uomo, di un fiore o un panorama mozzafiato. Ma io penso che una donna che strumentalizza spudoratamente questo regalo della natura lo sminuisce, e risulta anche poco interessante.
Correre contro il tempo
Viviamo con il cronometro in mano, abbiamo mille cose a cui pensare e di cui siamo responsabili. Le responsabilità ci schiacciano e la smania di perfezionismo e controllo è indomabile, ma quando vedo donne annullarsi completamente e non concedersi mai nulla per se stesse mi dispiaccio molto. Calma, contemplazione e focus su di sé sono atteggiamenti che riconduco alla bellezza e alla grazia. Affanno, nervosismo e insoddisfazione invece li riconduco ad inerzia e trascuratezza. Annullarsi per gli altri e non prendersi cura di sé è un atteggiamento tipico femminile. Ho sentito cose come “Adesso che ho 50 anni e i miei figli sono cresciuti posso pensare a me stessa”.
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Sono super d’accordo. Soprattutto sulla tendenza di molte di noi di raccontare e parlare troppo. Al lavoro, con un uomo, il mistero e la discrezione portano sempre vantaggi. Soprattutto alla lunga….
Cara Anna Carmen hai ragione. E poi, ma quanto è elegante la discrezione?! E’ un vero valore oggi come oggi! Grazie per la lettura e il commento. Alla prossima!